Io cresco e scelgo cosa mangiare!| Primi Anni

I primi mesi di vita di un neonato prevedono da parte sua solamente l’assunzione del latte materno, o formulato, ma dal sesto mese in poi il discorso cambia. Lo svezzamento per certi versi è anche uno dei momenti più simpatici da affrontare nella crescita del piccolo, ma per altri anche uno dei più complessi. Cosa può mangiare il bambino? E cosa non può mangiare? Quesiti di questo tipo sono all’ordine del giorno, senza dimenticare che crescendo, e strada facendo, comincerà ad esprimere anche le sue preferenze, e quindi a scegliere cosa mangiare. Facciamo insieme un po’ di chiarezza.

Alimentazione neonati: come affrontare lo svezzamento.

Durante i primi anni di vita il piccolo deve apprendere quelle che sono delle sane abitudini alimentari, così che possa crescere bene e che in età adulta possa evitare l’insorgenza di eventuali patologie. A dire il vero mangiare bene è fondamentale per la nostra salute, e questa regola dovrebbe essere valida a qualsiasi età. Ma se durante i primi anni di vita il piccolo apprende queste abitudini corrette, probabilmente sarà più facile per lui mantenerle crescendo.
Questo concetto è valido purtroppo anche al contrario, perché apprendere delle errate abitudini alimentari da piccoli, rischia di diventare un fardello con cui la persona dovrà convivere da adulta. In questo frangente, come in altri a dire il vero, sono i genitori a dover fornire al piccolo il buon esempio, che semplicemente avrà la tendenza ad imitare il loro comportamento. Queste sono le premesse con cui affrontare lo svezzamento.

Come deve essere il menù di un bambino

Cosa mettere nel piatto del piccolo? Come deve essere il menù di un bambino? La prima regola valida, che aiuterà a favorire un sano sviluppo, è che tale menù dovrà risultare sano e variegato. La dieta mediterranea, giudicata universalmente la migliore al mondo, ancora una volta ci viene in aiuto. Parliamo di un modello alimentare che mette ai primi posti frutta, verdura, cereali, legumi, pesce, latte e derivati, carne, uova, e olio EVO come condimento.
La seconda regola valida è quella dei 5 pasti al giorno: colazione, i due pasti principali e due spuntini, sono quelli che dovranno scandire la giornata. Il fabbisogno giornaliero dovrà essere soddisfatto (approssimativamente) nel seguente modo:
• Prima colazione: 15%.
• Spuntino mezza mattina: 5%.
• Pranzo: 40%.
• Merenda: 10%.
• Cena: 30%.
In linea di massima, seppur qualche eccezione di certo non sarà in grado di compromettere lo sviluppo del bambino, sono da evitarsi i fuori pasto, che possono andare a interferire con il ciclo “fame-appetito-sazietà”. Ad ogni modo, come anticipato, impostare delle sane abitudini è importante, anche sotto l’aspetto comportamentale. In questo frangente iniziare quando possibile la giornata tutti insieme con una bella colazione, è una di queste abitudini.
L’ABC del pranzo e della cena

Per il pranzo e per la cena, ci sono alcuni errori che tradizionalmente un genitore fa, che sono da evitare. Il primo di questi è quello di evitare la preparazione del classico “pappone”, che tra l’altro non permette di distinguere, né tantomeno apprezzare i vari sapori. Ad ogni modo, una volta superata la fase iniziale dello svezzamento, l’alimentazione del piccolo dovrà diventare, chiaramente in maniera molto graduale, sempre più simile a quella di mamma e papà.
Per questo motivo, il consiglio è quello di variare le fonti di carboidrati durante tutto l’arco della settimana. Questo significa non solamente pasta, ma anche riso, orzo, grano, avena e farro. Lo stesso discorso è applicabile per le fonti proteiche, evitando però la presenza di due alimenti proteici nel medesimo pasto. Via libera dunque a carne, anche se meglio magra, pesce, legumi, formaggio e uova.
Un’ultima buona regola riguarda il calcolo delle proteine. Durante lo svezzamento e le immediate fasi successive, un bambino ha bisogno di un apporto proteico giornaliero di 1 grammo per ogni chilo del suo peso corporeo. Questo non significa però preparare i pasti con la calcolatrice, facendoli diventare un’ossessione. È sufficiente infatti evitare quelli che sono gli eccessi di proteine, soprattutto di origine animale, perché sono le maggiori indiziati per lo sviluppo futuro dell’obesità.
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